A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Riprendiamo dopo il periodo estivo la nostra perlustrazione ai confini della zona 4, e nel nostro procedere in senso antiorario siamo ormai giunti all'abitato di Chiaravalle.
Chi dice Chiaravalle dice Abbazia, quindi sarebbe logico aspettarsi la descrizione di questo nostro gioiello cittadino; essa verrà in un secondo tempo. Voglio infatti prima descrivere quanto esiste nel borgo, al di fuori del recinto abbaziale, per dare una istantanea di Chiaravalle ai giorni nostri.
Anzitutto avviciniamoci al paese (ricordo che fino al 1923 Chiaravalle fu Comune, e includeva anche il borgo di Rogoredo, che era ormai passato dalla fase agricola a quella industriale, e quindi era assai sviluppato anche demograficamente) percorrendo la via San Dionigi. Questa strada come da me detto in un precedente articolo proseguiva in realtà fino a Bagnolo, ma è stata interrotta dalla chiusura del passaggio a livello sulla Milano-Genova, nella tratta ora abbandonata per proteggere l'Abbazia dalle vibrazioni. Il motivo per cui la ferrovia passò così vicino all'Abbazia, causando addirittura la demolizione del chiostro maggiore, pare fosse dovuta all'anticlericalismo di Cavour (la ferrovia infatti venne costruita poco dopo il Regno d'Italia), e sono occorsi circa 140 anni per porre rimedio a questa colossale presunta idiozia.
Giunti alla rotonda tra le via San Dionigi e Sant'Arialdo (già strada della Moncazza, pare dal nome di una cascina ormai scomparsa) prendiamo a destra accostandoci al borgo di Chiaravalle, che viene anticipato, sulla destra, da una cascina posta al termine di una strada privata.
La Cascina San Bernardo è stata costruita all’inizio del Novecento, ed è collocata nelle immediate vicinanze di Chiaravalle. Si tratta di un complesso a corte con alcune caratteristiche originali: lo spazio delimitato dagli edifici è stretto e lungo (anzichè quadrato come di norma), e uno dei lati maggiori, costituito dalle stalle con il fienile al piano superiore, è concluso da due torrette simmetriche a pianta quadrata che conferiscono al complesso un aspetto fortificato. Esse ospitano due piani di abitazioni; sempre ad abitazioni è destinato l’altro edificio che delimita la corte sul secondo lato maggiore. Al piano terra di quest’ultimo sporge un lungo portico, la cui copertura costituisce un ampio terrazzo al piano superiore. Il perimetro della cascina è delimitato per tre lati dal collettore di Nosedo, che convoglia le acque della roggia Vettabbia verso sud, ed è qui costretto ad una deviazione rispetto al suo corso rettilineo.
Percorsi pochi metri troviamo una piazzetta che rappresenta in certo modo uno dei centri di Chiaravalle. Qui infatti, utilizzando la retromarcia, faceva capolinea l'autobus della linea 207 (che girava negli anno '70 e sarebbe stata rimpiazzata dalla linea 77), davanti ad un negozio di generi alimentari che vendeva davvero un po' di tutto, ed era molto utile durante le lunghe attese dell'autobus stesso.
Dalla piazzetta si stacca la via che collega la via Sant'Arialdo con il centro del borgo, sfruttando un passaggio a livello recentemente reso inutile dal chiusura del transito ferroviario, corredato di un sottopassaggio pedonale e ciclabile. Sulla piazzetta si trova una cappella devozionale risalente al tardo Settecento o inizio Ottocento, fatta costruire dalla famiglia Invernizzi, che ospita un gradevole affresco della Vergine che tiene per mano il Bambin Gesù.
Prendendo la strada verso il borgo, dedicata (e non ci sorprende) a San Bernardo, fondatore dell'Abbazia, subito dopo il passaggio a livello si riceve un strada da destra: è quella che, costeggiando il collettore di Nosedo, consente di accedere al borgo tramite un minuscolo sottopassaggio automobilistico con semaforo a senso unico alternato; è questa l'unica alternativa al passaggio a livello (a meno di proseguire fino a Poasco e poi tornare indietro).
Poco oltre, sulla sinistra, si trova l'ex municipio di Chiaravalle, ora adibito a scuola, preceduto dal passaggio per il circolo Arci Pessina, fondato negli anni Cinquanta del ventesimo secolo, e da quello per le nuove villette a schiera, realizzate una dozzina di anni fa. Ma è proseguendo sulla strada che si entra nel cuore del borgo di Chiaravalle.
Basta infatti percorrere pochi metri ancora per immergersi nell'atmosfera del tempo che fu (nonostante la demolizione di un edificio sulla piazzetta principale del borgo): case plurisecolari costeggiano la strada, precedute da un marciapiede di ridotte dimensioni, come si usa in campagna, e qua e là spuntano caratteristiche particolari, come ad esempio una meridiana. La strada poi prosegue fino ad attraversare il borgo indi, costeggiando una cascina ormai pericolante, si ricongiunge con quella che congiunge Poasco e Bagnolo.
A questo punto ci fermiamo, avendo terminato la nostra prima veloce esplorazione verso il centro del paese. Ci rimangono però altri aspetti da esaminare, e lo faremo nel prossimo articolo.